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Come aprire un e-commerce rispettando tutti gli adempimenti fiscali?

da / giovedì, 15 marzo 2018 / Pubblicato inLe Guide di IdeaCommerce

Aprire e-commerce: tutti gli adempimenti fiscali

Ecco una guida completa su come avviare un’attività di vendita su internet

La vendita online è uno dei trend degli ultimi anni, per i bassi costi di gestione rispetto ai negozi tradizionali ma soprattutto per l’ampiezza del mercato che l’online permette di raggiungere. Per aprire un negozio online non è sufficiente un sito internet ma è necessario avviare un’attività commerciale vera e propria con tutte le accortezze fiscali! Vediamo nello specifico cosa è necessario fare per avviare un e-commerce.

Prima di analizzare gli adempimenti fiscali per coloro che aprono partita IVA per un e-commerce, bisogna specificare una differenza che esiste online tra commercio diretto online e commercio indiretto.

  1. Il commercio diretto riguarda la cessione di beni attraverso internet o una rete elettronica. Tutte le fasi della transazione, dall’ordine della merce, dal pagamento alla consegna, avvengono online. Si tratta nella maggior parte dei casi di vendita di software o tecnologie.
  2. Il commercio indiretto riguarda la cessione di beni materiali visionabili su un catalogo online nel quale vengono descritte le caratteristiche dello stesso ma in questo caso il bene viene spedito a casa a seguito del pagamento. Le transazioni economiche possono avvenire contestualmente alla scelta del prodotto, per via elettronica con carta di credito, o alla consegna. In questo caso la vendita è similare alle ordinarie forme di vendita ordinaria.

Il commercio indiretto e la partita IVA

Quando si realizza un commercio, che sia diretto o indiretto, è necessario aprire partita IVA. È questo il principale timore di coloro che desiderano avviare un’attività in proprio. Online potresti trovare approfondimenti che spiegano come sia possibile utilizzare la prestazione occasionale per vendere tramite e-commerce. Non è sempre così perché dipende dalla tipologia di attività: la prestazione occasionale può essere utilizzata solo ed esclusivamente quando si tratta di una attività sporadica ed occasionale. E la vendita online non rispetta questo principio.

Aprire la Partita IVA per l’eCommerce

Ma come si apre partita IVA? Per quanto riguarda gli e-commerce si tratta di una vera e propria attività di commercio quindi sarà necessario registrare l’attività al Registro Imprese. I commercianti dovranno aprire partita IVA con una procedura chiamata ComUnica. La Comunicazione Unica invia automaticamente all’Agenzia delle Entrate, alla Camera di Commercio, all’INPS e all’INAIL l’apertura della nuova posizione fiscale. La pratica ComUnica ha un costo variabile di circa 100 €.

Il Diritto Camerale sarà un costo fisso in quanto è obbligatorio pagarlo con scadenza annuale. Questo varia in base alla sede della Camera di Commercio ma è compreso tra i 60 e i 110 euro. I soggetti che effettuano attività online sono obbligati a comunicare all’Agenzia delle Entrate l’indirizzo web del sito e-commerce e l’internet service provider.

Il codice ATECO per la vendita online

All’atto di apertura della partita IVA sarà necessario anche indicare il codice ATECO che nel caso del commercio elettronico è 47.91.10, “Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto via internet” e comunicare alla Camera di Commercio lo svolgimento dell’ulteriore attività di commercio elettronico. Attenzione al Codice ATECO perché  è importante per la definizione del proprio regime fiscale.

Il regimi fiscali a disposizione delle ditte individuali

Sono tre i regimi fiscali a disposizione dei contribuenti: forfettario, ordinario e semplificato. Il primo è il regime agevolato che prevede una importante riduzione sulle tasse, soprattutto nei primi cinque anni di attività. Si tratta di pagare una imposta sostitutiva del 5% nei primi cinque anni e del 15% negli anni successivi. Per accedere al regime forfettario è necessario rispettare dei requisiti e non superare un limite annuale di reddito che è indicato dal Codice ATECO, nel caso dei commercianti al dettaglio è di 50.000 € annui.

La contribuzione previdenziale: gestione INPS artigiani e commercianti

Aperta la partita IVA dovrai aprire la tua posizione previdenziale, che in Italia è obbligatoria. I commercianti sono obbligati ad iscriversi alla Gestione INPS commercianti che prevede una contribuzione annua minimale di 3791,98 € in rate trimestrali. Questo minimale deve essere pagato anche se non ci sono ricavi dalla propria attività! Il contributo fisso vale per tutte le ditte individuali che non superano i 15.710 € di ricavi annui. Per coloro che superano tale soglia sarà necessario versare i contributi variabili che sono pari al 24,09% dell’eccedenza. Esistono delle riduzioni, innanzitutto per le ditte individuali di commercianti con meno di 21 anni che pagano 3320,68€ di contributi minimali e i contributi variabili hanno una aliquota al 21%. La seconda riduzione è per le ditte individuali nel regime forfettario che possono usufruire di un’ulteriore riduzione dei contributi, sia fissi che variabili, del 35%. Per poter usufruire di questa riduzione è necessario presentare una domanda online direttamente al sito dell’Agenzia delle Entrate in date prestabilite, per il 2018 la scadenza era fissata a febbraio 2018.

Ricorda che per legge la partita IVA deve essere segnata sulla home-page del sito web. Sullo stesso sito web deve essere pubblicata la normativa sulla privacy e sulla gestione dei dati personali.

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